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EPC Editore su GeoExpo

Ingegneria e Geotecnica

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  Topografia di base
Fondamentali della geomatica per la misura e la rappresentazione del territorio
 
 
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TOPOGRAFIA DI BASE
Fondamentali della geomatica per la misura e la rappresentazione del territorio

Aldo Riggio, Renzo Carlucci
 

INDICE DETTAGLIATO

 

Le innovazioni, sia tecnologiche che amministrative, degli ultimi cinquanta anni hanno avuto profonda influenza sulla documentazione del territorio che da sempre ha per oggetto di interesse l’azione antropica insieme alla conformazione naturale.

Sono cambiati gli strumenti di conoscenza, di produzione e di fruizione di questa rappresentazione ampliando gli ambiti di utilizzo, ma il suo fine principale resta lo stesso: fornire informazioni accurate e precise, leggibili e utilizzabili.

La produzione cartografica, e oggi quella dei sistemi informativi, necessita in ogni caso di attività preliminari di rilievo dei dati e della loro elaborazione: questa attività è stata storicamente denominata topografia confluendo oggi nell’ampia concezione di geomatica.

Il presente volume vuole offrire un quadro complessivo degli strumenti e delle procedure utilizzabili nell’attività topografica: da quelli tradizionali ancora pienamente validi fino ai più innovativi.

Sono inoltre brevemente esposti i riferimenti a quegli argomenti, quali la geodesia e la fotogrammetria, che permettono di meglio collocare – concettualmente e operativamente – le attività topografiche e di comprenderne le effettive possibilità.

Per molti degli argomenti trattati sono riportate anche indicazioni utili al professionista del territorio per la sua attività di rilievo e di rappresentazione.

Ognuno degli argomenti presentati può essere oggetto di approfondimenti, per i quali è disponibile molta letteratura specifica.

 

INDICEE

CAPITOLO 1

NOZIONI DI GEODESIA

1.1 Cenni storici sulla determinazione della forma della Terra

1.2 Distinzione tra geodesia, geografia e topografia

1.3 Superficie di riferimento

1.4 Il geoide

1.5 L’ellissoide di rotazione

1.6 Gli ellissoidi in uso in Italia e in Europa

1.7 Differenze tra i vari ellissoidi; parametri di trasformazione

1.8 Linee geodetiche

1.9 La sfera locale

1.10 L’eccesso sferico

1.11 Il piano ed il campo topografico

1.12 Errore di sfericità nella determinazione delle distanze

1.13 Errore di sfericità nella determinazione delle quote

1.14 Quota geoidica e quota ortometrica

1.15 Errore di parallelismo delle verticali locali

1.16 Riduzione delle distanze alla superficie di riferimento

1.17 Riepilogo delle superfici di riferimento ed estensione del campo topografico per le diverse operatività

 

CAPITOLO 2

SISTEMI DI RIFERIMENTO

2.1 Coordinate astronomiche o geoidiche

2.2 Determinazione della latitudine e della longitudine astronomiche

2.3 Le tre coordinate ellissoidiche o geodetiche; le coordinate geocentriche

2.4 Differenze tra geoide ed ellissoide; coordinate geografiche

2.5 Sistemi di riferimento

2.6 Il DATUM come riferimento per le operatività topografiche

2.7 Trasformazioni di DATUM

 

CAPITOLO 3

PROIEZIONI CARTOGRAFICHE E COORDINATE CARTESIANE   

3.1 Sistemi di proiezione   

3.2 Il sistema cartografico di Gauss  

3.3 Dalle coordinate geografiche alle coordinate piane  

3.4 Il sistema cartografico Gauss – Boaga

3.5 Proiezione di Gauss – Boaga e non Carta di Gauss - Boaga  

3.6 Orientamento dell’ellissoide di riferimento  

3.7 Sistemi cartografici in uso in italia  

3.8 Servizio di trasformazione di coordinate del Geoportale Nazionale

3.9 Il reticolo chilometrico  

 

CAPITOLO 4

LE RETI PLANIMETRICHE DI INQUADRAMENTO E DI RAFFITTIMENTO E I SISTEMI DI RIFERIMENTO  

4.1 Premessa  

4.2 La rete planimetrica d’inquadramento italiana.

4.3 La rete italiana dei vertici di triangolazione del I ordine  

4.4 Le reti trigonometriche di raffittimento del II, III e IV ordine

4.5 Le reti ufficiali di raffittimento  

 

CAPITOLO 5

IL RAFFITTIMENTO DELLE RETI PLANIMETRICHE TRAMITE TRIANGOLAZIONI

5.1 Premessa

5.2 Procedure topografiche tradizionali per le reti di raffittimento planimetriche

5.3 Le triangolazioni

5.4 Calcolo delle coordinate dei vertici istituiti con la media pesata

5.5 Cenno alle trilaterazioni

 

CAPITOLO 6

IL RAFFITTIMENTO DELLE RETI PLANIMETRICHE TRAMITE POLIGONAZIONI

6.1 Premessa

6.2 Le poligonali

6.3 Nodo di poligonali

6.4 Indicazioni per l’esecuzione di poligonali planimetriche

6.5 Tolleranza angolare e tolleranza lineare

6.6 Progettazione della rete di raffittimento

6.7 Materializzazione dei vertici e redazione delle monografie

6.8 Quaderno di campagna

 

CAPITOLO 7

RETI ALTIMETRICHE

7.1 Premessa  

7.2 La rete italiana di livellazione di alta precisione

7.3 Reti di livellazione geometrica di altri enti  

7.4 Misurazione dei dislivelli  

7.5 La realizzazione di una rete di raffittimento altimetrica

7.6 Batimetria  

 

CAPITOLO 8

IL CALCOLO E LA COMPENSAZIONE DELLE RETI DI INQUADRAMENTO  

8.1 Misure condizionate e calcolo di compensazione

8.2 Compensazione con il metodo delle osservazioni condizionate

8.3 Compensazione con il metodo della variazione di coordinate  

8.4 Considerazioni topografiche sulla compensazione rigorosa per variazione di coordinate  

 

CAPITOLO 9

IL SISTEMA DI POSIZIONAMENTO SATELLITARE

9.1 I sistemi satellitari di posizionamento

9.2 Il sistema GPS

9.2.9 Il software di elaborazione dati

9.3 Uso dei ricevitori satellitari

9.4 Il sistema GLONASS

9.5 L’uso combinato dei sistemi GPS e GLONASS

9.6 Il sistema europeo Galileo

9.7 Le reti planimetriche realizzate con posizionamento satellitare

 

CAPITOLO 10

AEROFOTOGRAMMETRIA E CENNI DI TELERILEVAMENTO

10.1 Premessa all’aerofotogrammetria

10.2 Visione stereoscopica

10.3 La geometria della fotogrammetria

10.4 Gli orientamenti interno ed esterno

10.5 Il passaggio analitico-analogico-digitale  

10.6 Gli strumenti dell’aerofotogrammetria

10.7 Le fasi del rilievo aerofotogrammetrico

10.8 Concetti preliminari alla restituzione  

10.9 Il restitutore analitico  

10.10 Il raddrizzamento e l’ortoproiezione

10.11 La fotocamera e lo scanner digitali  

10.12 La fotogrammetria digitale

10.13 La restituzione degli elementi territoriali

10.14 La topografia per il completamento dei dati: la post-ricognizione

10.15 Il telerilevamento  

10.16 Telerilevamento radar o radargrammetria

10.17 Il rilievo aerofotogrammetrico digitale

10.18 L’integrazione del rilievo aerofotogrammetrico digitale con dati LIDAR

 

CAPITOLO 11

LA PRODUZIONE CARTOGRAFICA UFFICIALE

11.1 Cartografia e carta topografica

11.2 Processo di produzione della carta

11.3 Classificazione dei prodotti cartografici

11.4 Precisioni cartografiche planimetriche ed altimetriche

11.5 La simbologia cartografica

11.6 La produzione cartografica dell’IGM

11.7 La produzione cartografica del Catasto

11.8 La produzione cartografica degli altri organismi ufficiali

11.9 Le Carte Tecniche delle Regioni e Province

11.10 Le Carte Tecniche Comunali

 

CAPITOLO 12

IL RILIEVO DI DETTAGLIO

12.1 Riferimenti concettuali

12.2 Il rilievo di dettaglio

12.3 Evoluzione del rilievo celerimetrico

12.4 Il rilievo satellitare di dettaglio  

12.5 Rilievo di dettaglio con strumenti semplici

 

CAPITOLO 13

DAL RILIEVO ALLA RAPPRESENTAZIONE

13.1 Ambito di applicazione  

13.2 La rappresentazione cartografica  

13.3 Requisiti generali di una rappresentazione cartografica

13.4 Dal rilievo alla graficizzazione

13.5 Il disegno con i software CAD

13.6 L’organizzazione della restituzione cartografica  

13.7 Dai dati di rilievo alla graficizzazione  

13.8 Indicazioni tecniche ufficiali per il disegno planimetrico topografico

13.9 La rappresentazione dell’altimetria nel disegno topografico

13.10 La vestizione della cartografia

13.11 Il foglio di stampa: elementi grafici e dati di completamento  

13.12 Dalla cartografia ai GIS

13.13 Considerazioni sulla costruzione del data base topografico per GIS

 

CAPITOLO 14

FOTOGRAMMETRIA TERRESTRE O DEI VICINI

14.1 Modalità di esecuzione

14.2 Le camere da presa

14.3 Strumenti per la determinazione delle coordinate lastra

14.4 Progetto ed esecuzione del rilievo dei vicini

14.5 La trasformazione omografica o “raddrizzamento”

14.6 Cenni sul rilievo laser scanner

14.7 Scansione tridimensionale da immagini stereoscopiche

 

CAPITOLO 15

TRACCIAMENTO

15.1 Operatività per il Catasto Terreni

15.2 Tracciamento delle infrastrutture lineari

15.3 Tracciamento di edificati

15.4 Una proposta disciplinare

 

CAPITOLO 16

CAPITOLATI E COLLAUDO  

16.1 Il contratto per un lavoro topografico

16.2 Il Capitolato d’Appalto per la cartografia da riprese aerofotogrammetriche

16.3 Il collaudo

16.4 Le procedure per aggiornamento delle cartografie catastali

16.5 Capitolati per lavori di rilievo diretto e per cartografie a grandissima scala  

16.6 Cenno alle procedure in qualità

 

APPENDICE A

RICHIAMI DI MATEMATICA

A.1 Unità di misura angolari e trasformazioni reciproche

A.2 Il triangolo: figura fondamentale per la topografia

A.3 Funzioni trigonometriche fondamentali

A.4 Risoluzione di triangoli qualsiasi

A.5 Circonferenze notevoli di un triangolo

A.6 Risoluzione di quadrilateri

A.7 Coordinate catesiane e geometria analitica

A.8 Nozioni di geometria analitica sul piano

A.9 Il calcolo della posizione di nuove dividenti di terreni

A.10 Le primitive grafiche nel disegno vettoriale  

A.11 Brevi nozioni di calcolo matriciale

 

APPENDICE B

RICHIAMI DI TEORIA DEGLI ERRORI

B.1 Introduzione  

B.2 Gli errori e la necessità delle misure sovrabbondanti di una stessa grandezza

B.3 Rappresentazione delle definizioni di errore grossolano, sistematico ed accidentale  

B.4 Il campo di applicazione della teoria degli errori  

B.5 Concetti di matematica statistica e probabilistica

B.6 Variabile statistica ad una dimensione  

B.7 Rappresentazioni di una variabile statistica ad una dimensione  

B.8 La diseguaglianza di Tchebycheff  

B.9 Legge empirica del caso

B.10 Le variabili casuali

B.11 Regole generali sulle variabili casuali e teoremi fondamentali della probabilità  

B.12 Misure dirette della stessa precisione  

B.13 Distribuzioni normali: la legge di Gauss o di frequenza degli errori  

B.14 Errori medi di una serie misurativa normale

B.15 Tolleranza

B.16 Esempio numerico

B.17 Numero minimo di misure necessarie per applicare la teoria degli errori

B.18 Metodo dei minimi quadrati

B.19 Serie costituite da poche osservazioni; tolleranza a priori

B.20 Ellisse standard o ellisse d’errore

B.21 Grandezze ottenute dalla somma di misure dirette

B.22 Misure dirette di diversa precisione

B.23 Compensazione di osservazioni dirette condizionate

B.24 Misure che sono funzioni di serie misurative di grandezze indipendenti (misure indirette)

B.25 Media, varianza e covarianza nel caso di una variabile statistica a due dimensioni

B.26 Parametri dell’ellisse standard di errore

 

APPENDICE C

STRUMENTI TOPOGRAFICI

C.1 Le livelle

C.2 Strumenti ottici semplici: microscopi, cannocchiali

C.3 Il teodolite ottico-meccanico

C.4 La stazione totale

C.5 Evoluzione della Stazione Totale

C.6 La MultiStation (Stazione Totale Multifunzione)

C.7 Teodolite giroscopico o Giroteodolite

C.8 I Livelli  

C.9 Il livello elettro-ottico o digitale

C.10 Strumenti accessori per il rilievo di dettaglio  

BIBLIOGRAFIA  


 
 
 
 
 
 

 
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  Liquefazione dei terreni
Monaco Sebastiano G.
 
Edizione: aprile 2014
Pagine: 208
Formato: 170x240 mm
ISBN: 978-88-6310-493-6
 
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Disponibilità: Sconto 15% + SPESE DI SPEDIZIONE  GRATIS
 

Liquefazione dei terreni

Metodi, criteri e procedure applicabili alla microzonazione sismica.

Il CD-Rom allegato contiene un programma in Excel per il calcolo del coefficiente di sicurezza da prove penetrometriche dinamiche SPT, da prove penetrometriche statiche CPT, da prove dilatometriche DMT/SDMT e da prove sismiche con misura diretta dalla velocità delle onde di taglio VS.

Entra nel libro

Un volume con foglio di calcolo Excel allegato pensato per geologi, ingegneri, architetti che nel corso della loro attività devono fare i conti con i metodi e i calcoli che regolano la liquefazione dei terreni sabbiosi saturi in particolari condizioni sismiche.

Il testo raccoglie ed evidenzia i criteri e le metodologie di calcolo analizzando e tenendo conto di tutte quelle situazioni geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche che riconducono a studi sulle strutture tettoniche, instabilità dei pendii, fenomeni di liquefazione, ecc.

Analisi che, attraverso una programmazione territoriale applicata ad uno studio di microzonazione sismica, aiuta i progettisti, nella programmazione dei Piani Urbanistici, ad escludere o meno aree di territorio a destinazioni urbanistiche di tipo residenziale, industriale, ecc., facendo sì che la definizione di pericolosità sismica dell’area sia congrua con quanto previsto nel D.M. del 14 Gennaio 2008 “Norme Tecniche per le Costruzioni”.

Il volume rappresenta una guida metodologica per lo svolgimento di studi di microzonazione sismica, mediante alcune procedure standardizzate per la zonazione relativa sia alla definizione del moto sismico atteso, sia alla liquefazione, identificando le aree in cui possono manifestarsi o meno fenomeni di instabilità del terreno in funzione dei livelli di approfondimento (I, II e III), proposti negli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica - Gruppo di lavoro MS 2008”, solo ai fini esclusivi della valutazione della stima del rischio di liquefazione.

L’argomento è suddiviso in più parti; nella prima, in maniera molto schematica, dopo un excursus normativo, si introduce il concetto di liquefazione, si definiscono le equazioni CRR e CSR che con il loro rapporto determinano il coefficiente di sicurezza Fs, si danno ragguagli circa le correzioni che occorre eseguire ai vari indici (SPT, CPT, DMT, SDMT e VS), ricavati da prove in sito, per la successiva determinazione della suscettibilità o meno alla liquefazione.

Si descriverà l’utilizzo dei metodi di verifica da applicare in funzione dei livelli di approfondimento richiesti.

Nella seconda parte vengono definiti i vari metodi tabellari fornendo metodi esempi applicativi.

Infine, si daranno ragguagli in merito a diverse tipologie di interventi utili a ridurre il rischio di liquefazione.

Indice

Prefazione 

  1. PERICOLOSITÀ SISMICA PER L'INSORGERE DELLA LIQUEFAZIONE 

  2. VALUTAZIONE DELLA SUSCETTIBILITÀ ALLA LIQUEFAZIONE

  3. NORME

  4. METODI

    4.1 Metodi Tabellari

    4.2 Metodi e/o Criteri Empirici

    4.3 Metodi Semplificati

  5. PROVE IN SITU AI FINI DELLA SUSCETTIBILITÀ ALLA LIQUEFAZIONE

  6. INDIRIZZI E CRITERI PER LA MICROZONAZIONE

    6.1 Analisi di I Livello

    6.1.1 Metodi basati sulla relazione magnitudo-distanza

    6.1.2 Metodi basati sul criterio della minima intensità

    6.1.3 Metodi basati sulle condizioni geologiche e geomorfologiche

    6.1.4 Delle caratteristiche granulometriche e geotecniche in generale

    6.2 Analisi di II Livello

    6.3 Analisi di III Livello

  7. CRITERIO PER LA DETERMINAZIONE DELLA MAGNITUDO 

    Esempio Pratico di Calcolo

  8. RESISTENZA ALLA LIQUEFAZIONE 

    8.1 Determinazione del CSR (Cyclic Stress Ratio)

    8.2 Determinazione di CRR (Cyclic Resistance Ratio)

    8.3 Magnitudo Scaling Factor (MSF)

  9. FATTORI CORRETTIVI PER LA STANDARDIZZAZIONE DELLA PROVA SPT 

    9.1 Correzioni di NSPT dovute all’influenza della procedura di esecuzione

    9.2 Correzioni di CN adoperate da vari autori

    9.3 Ulteriori correzioni di (N1)60 dovute al contenuto della frazione fine

    9.4 Correzioni da eseguire su prove penetrometriche statiche (CPT)

    9.5 Correzioni da eseguire su prove sismiche con determinazione di VS

  10. INDICE DEL POTENZIALE DI LIQUEFAZIONE 

    10.1 Pericolosità di Liquefazione

    10.2 Probabilità di Liquefazione

    10.3 Metodi Probabilistici

  11. VALUTAZIONE DELLA RESISTENZA ALLA LIQUEFAZIONE 

    11.1 Metodi Tabellari

    11.1.1 Sherif e Ishibashi (1978)

    11.1.2 Youd e Perkins (1978)

    11.1.3 Youd et al., (1979)

    11.1.4 Iwasaki et al., (1982)

    11.1.5 Corps of Engineers U.S. & Bureau of Reclamation (U.S.B.R., 1952)

    11.1.6 Wakamatsu K. (1992)

    11.2 Metodi Empirici

    11.2.1 Kishida (1969)

    11.2.2 Ohsaki (1969, 1970)

    11.2.3 Durville et al. (1985)

    11.2.4 Profili critici SPT

    11.2.5 Ishihara K. (1985)

    11.2.6 Nakamura (1996)

    11.2.7 Criteri empirici che tengono conto della magnitudo

    11.2.7.1 Kuribayashi e Tatsuoka (1975)

    11.2.7.2 Berardi et al. (1988)

    11.2.7.3 Ambraseys N. (1988)

    11.2.7.4 Law et al.(1990)

    11.2.7.5 Liu e Xie (1984)

    11.2.7.6 Wakamatsu (1993) 

    11.2.7.7 Chinese Building Code (2001)

    11.3 Metodi Semplificati

    11.3.1 Metodi semplificati che utilizzano prove SPT

    11.3.1.1 Iwasaki et al. (1978, 1984)

    11.3.1.2 Yegian e Whitman (1978) 

    11.3.1.3 Seed e Idriss (1982) 

    11.3.1.4 Tokimatsu e Yoshimi (1983) 

    11.3.1.5 Metodo di Seed et al. (1985) 

    11.3.1.6 Metodo di Cortè J. F. (1985) 

    11.3.1.7 Metodo di Finn W. D. L. (1985) 

    11.3.1.8 Metodo di Rauch (1998) 

    11.3.1.9 Metodo dell’Eurocodice 8 (SPT) 

    11.3.1.10 Youd e Idriss (2001) 

    11.3.1.11 Idriss I. M. & Boulanger R.W. (2004)

    11.3.2 Metodi Semplificati da prove CPT

    11.3.2.1 Metodo di Robertson e Wride (1998)

    11.3.2.2 Metodo di Idriss e Boulanger, mediante l’uso della correlazione di Celin et al., (2000) 

    11.3.3 Metodi semplificati da prove Sismiche (VS)

    11.3.3.1 Andrus & Stokoe (2000) 

    11.3.4 Metodi semplificati da prove DMT/SDMT

    11.3.4.1 Metodi

    11.4 Metodi Probabilistici per la definizione di CRR

  12. ESEMPI APPLICATIVI

    12.1 Esempi di Verifica con metodi Tabellari

    12.2 Esempi di Verifica Tabellare con l’utilizzo delle curve Granulometriche 

    12.3 Esempio di Verifica con Metodi Semplificati (VS

    12.4 Esempio di Verifica con Metodi Semplificati che utilizzano dati da SPT

    12.5 Esempio di Verifica con Metodi Semplificati che utilizzano dati da CPT

    12.6 Esempio di Verifica con Metodi Semplificati che utilizzano dati DMT/SDMT

  13. INTERVENTI PER RIDURRE IL RISCHIO LIQUEFAZIONE

    13.1 Metodi di miglioramento delle caratteristiche del terreno 

    13.1.1 Addensamento

    13.1.2 Stabilizzazione 

  14. PROGRAMMA DI CALCOLO

GLOSSARIO 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI


 
 
 
 
 
 

 
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  Vulnerabilità sismica di edifici esistenti in cemento armato e in muratura
Colombini Stefano
 
Edizione: gennaio 2014
Pagine: 480
Formato: 170x240 mm
ISBN: 978-88-6310-479-0
 
Euro 47,00
 
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Disponibilità: Sconto 15% + SPESE DI SPEDIZIONE  GRATIS
 

Vulnerabilità sismica di edifici esistenti in cemento armato e in muratura

Dalle indagini sui materiali alla modellazione, dalle analisi pushover alle verifiche di vulnerabilità: background scientifico, indicazioni normative ed applicazioni pratiche

Entra nel libro

A causa della realtà del patrimonio edilizio nazionale la valutazione delle prestazioni sismiche delle costruzioni esistenti è un argomento importante ed attuale nella pratica professionale di chi si occupa di progettazione strutturale.

Si tratta di un tema complesso ed articolato che coinvolge vari aspetti: le indagini per acquisire un’adeguata conoscenza della struttura, le tecniche di modellazione e quelle di analisi, le verifiche di sicurezza, la gestione dei risultati.

Il volume si propone di inquadrare in modo organico tali argomenti, organizzandoli seguendo il percorso logico di una verifica di vulnerabilità sismica correttamente impostata ed eseguita.

Con l’obiettivo di fornire uno strumento di utilità pratica al professionista, il testo non si limita semplicemente a riportare le indicazioni normative, ma ne fornisce anche le motivazioni chiarendone il background scientifico, ne illustra le applicazioni, e mette in evidenza le questioni non espressamente chiarite dalla normativa, nonché i limiti ed i punti deboli, spesso taciuti, dei vari metodi di indagine sui materiali e delle tecniche di analisi (argomenti a cui sono dedicati ampi approfondimenti.

Particolare attenzione è riservata alle analisi pushover, oggi spesso ritenute infallibili, ma che in realtà forniscono risultati affidabili solo quando sono impiegate in ambiti ben precisi.

Un capitolo è inoltre dedicato alle problematiche legate alla modellazione, approfondendo quelle relative ad elementi quali i nodi trave-colonna, i pannelli di tamponatura, i setti, i solai, i macroelementi in muratura, ed esaminando i modelli a fibre e quelli a plasticità concentrata.

Nell’ultimo capitolo è infine trattato l’aspetto delicato della gestione degli esiti delle verifiche di vulnerabilità, riflettendo sulle azioni conseguenti all’evidenza che un edificio strategico e/o rilevante sia ben lontano da prestazioni sismiche soddisfacenti.

Indice

PREMESSA

Riferimenti bibliografici della premessa

  1. I METODI PER LA VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITÀ SISMICA

    1.1 La vulnerabilità sismica: definizioni

    1.2 Misura del danno e misura dell’azione

    1.3 Metodi per la valutazione della vulnerabilità sismica

    1.3.1 Matrici di Probabilità di danno

    1.3.2 Curve continue di vulnerabilità

    1.3.3 Metodo dell’Indice di vulnerabilità

    1.4 Brevi cenni a recenti metodi per la valutazione speditiva della vulnerabilità sismica

    1.4.1 Il metodo ARISTOTELES

    Riferimenti bibliografici del capitolo 1

  2. LA CONOSCENZA DELL’EDIFICIO

    2.1 Il concetto di “Livello di Conoscenza”

    2.1.1 Le indicazioni normative

    2.2 L’analisi storico-critica e la documentazione disponibile

    2.3 Il rilievo geometrico, strutturale e dei dettagli costruttivi

    2.4 L’esame preliminare della costruzione

    2.4.1 Il controllo visivo delle strutture in c.a.

    2.4.2 Il controllo visivo delle strutture in muratura

    2.5 Le indagini sui materiali

    2.5.1 Indagini distruttive, semidistruttive e non distruttive

    2.5.2 La definizione della campagna di indagini

    2.5.3 La termografia

    2.5.4 I metodi pacometrici

    2.5.5 I metodi chimici (colorimetrici)

    2.5.6 L’endoscopia

    2.5.7 Le indagini sclerometriche

    2.5.8 Le prove ultrasoniche

    2.5.9 La sonda Windsor

    2.5.10 I carotaggi

    2.5.11 I metodi combinati

    2.5.12 Il metodo Sonreb

    2.5.13 Le prove sulle armature delle strutture in c.a.

    2.5.14 I martinetti piatti

    2.5.15 Le prove penetrometriche nelle murature

    2.5.16 Le prove in situ sui pannelli murari

    2.5.17 Definizione delle proprietà meccaniche di un pannello murario

    2.6 Brevi considerazioni sulle caratteristiche meccaniche dei calcestruzzi degli edifici esistenti

    2.7 Il progetto simulato

    2.8 L’esame dei fattori che condizionano la vulnerabilità sismica degli edifici esistenti

    2.8.1 Edifici con struttura in c.a.

    2.8.2 Edifici in muratura portante

    Riferimenti bibliografici del capitolo 2

  3. LA MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA

    3.1 Concetti generali: schematizzazione e modellazione

    3.1.1 La schematizzazione

    3.1.2 La modellazione

    3.1.3 Il controllo dei calcoli

    3.1.4 Riflessioni critiche

    3.2 Problemi di schematizzazione e modellazione

    3.2.1 Le tamponature nei telai in c.a.

    3.2.2 Solai rigidi e solai flessibili

    3.2.3 Setti in c.a.

    3.2.4 Modelli a plasticità concentrata e modelli a fibre

    3.2.5 Modellazione delle murature

    3.2.5.1 La scala della modellazione

    3.2.5.2 Cenni agli edifici in aggregato

    3.2.5.3 Il comportamento della muratura: meccanismi di primo modo e meccanismi di secondo modo

    3.2.5.4 Comportamento globale: problemi di schematizzazione

    3.2.5.5 Modellazione del comportamento globale: macroelementi e telaio equivalente

    3.2.5.6 Modellazione del comportamento globale: modelli continui agli Elementi Finiti

    3.2.6 I nodi trave-pilastro

    3.2.7 Definizione delle rigidezze nelle analisi elastiche

    Riferimenti bibliografici del capitolo 3

  4. I METODI DI ANALISI

    4.1 Introduzione

    4.2 Classificazione dei metodi di analisi

    4.3 L’analisi statica lineare

    4.3.1 In cosa consiste il metodo

    4.3.2 Il calcolo del periodo di vibrazione T1

    4.3.3 Il coefficiente λ

    4.4 L’analisi dinamica lineare

    4.4.1 Origini del metodo

    4.4.2 In cosa consiste il metodo

    4.4.3 I fattori di struttura

    4.4.4 Limiti del metodo

    4.5 L’analisi pushover

    4.5.1 Concetti generali

    4.5.2 Potenzialità e limiti del metodo: quando ricorrere alle analisi pushover

    4.5.3 I profili di carico

    4.5.3.1 Principi generali e profili di carico fissi

    4.5.3.2 Profili di carico multimodali

    4.5.3.3 Profili di carico adattivi

    4.5.3.4 Confronti

    4.5.4 Metodi per la valutazione della domanda sismica con le analisi pushover

    4.5.4.1 Il Metodo dello Spettro di Capacità (CSM, “Capacity Spectrum Method”)

    4.5.4.1.1 I modelli di smorzamento

    4.5.4.1.2 Metodi dello Spettro di Capacità modificati

    4.5.4.2 Il Metodo dei coefficienti di spostamento (DCM, “Displacement Coefficient Method”)

    4.5.4.3 Il Metodo N2

    4.5.4.4 Il Metodo N1

    4.5.4.5 I metodi dell’Eurocodice 8 e delle NTC 2008

    4.5.5 l problema dell’applicazione delle analisi pushover alle strutture 3D o irregolari

    4.6 L’analisi dinamica non lineare

    Riferimenti bibliografici del capitolo 4

  5. LE VERIFICHE DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI

    5.1 Le verifiche degli elementi strutturali in c.a.

    5.1.1 Condizioni di applicabilità dei metodi di analisi

    5.1.1.1 Condizioni di applicabilità dell’analisi lineare con spettro di risposta elastico

    5.1.1.2 Analisi lineare con spettro di risposta con fattore di struttura q > 1

    5.1.1.3 Analisi dinamica lineare

    5.1.1.4 Analisi statica non lineare

    5.1.2 Modelli di capacità

    5.1.2.1 Modelli di capacità per meccanismi duttili

    5.1.2.2 Modelli di capacità a taglio

    5.1.2.3 Modelli di capacità per i nodi trave-pilastro

    5.2 Le verifiche delle strutture in muratura portante

    5.2.1 Introduzione

    5.2.2 Modelli di capacità per i meccanismi di primo modo

    5.2.2.1 L’analisi Limite: il Teorema Statico ed il Teorema Cinematico

    5.2.2.2 Principali meccanismi di primo modo

    5.2.2.2.1 Ribaltamento semplice di parete monolitica

    5.2.2.2.2 Ribaltamento composto di parete monolitica

    5.2.2.2.3 Meccanismo di flessione verticale di parete monolitica

    5.2.2.2.4 Meccanismo di flessione orizzontale di parete monolitica

    5.2.2.3 L’analisi cinematica lineare

    5.2.2.4 L’analisi cinematica non lineare

    5.2.3 Modelli di capacità per i meccanismi di secondo modo

    5.2.3.1 I maschi murari

    5.2.3.2 Le fasce

    5.3 Riferimenti bibliografici del capitolo 5

  6. LA GESTIONE DEI RISULTATI DELLE VERIFICHE TECNICHE

    Riferimenti bibliografici del capitolo 6


 
 
 
 
 
 

 
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